lunedì 16 dicembre 2013

domenica 15 dicembre 2013

Dimenticarsi della mente e ricordarSi di Sè

Continuo a farmi distrarre dalle emozioni. Stavo bene in questi ultimi giorni... poi dal nulla , una paura, robe mentali, un giudizio, una depressione ecc. Mi sembra più fisiologico guardare le cose da uno spazio vuoto, e invece poi ricasco nelle emozioni e in pensieri vari. E quindi? Che succede? Non ci capisco molto. Mah... dubbi.
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In realtà non è accaduto nulla. Semplicemente il contenuto della Mente è cambiato, cosa che fa comunque tutto il tempo. Fino a che la tua gioia sembra dipendere dalla presenza o dall'assenza di sensazioni gradevoli o sgradevoli o di pensieri felici o tristi è ovvio che non sarà presente se non per qualche momento. 

Dato che la natura della mente è quella di essere un flusso in continuo mutamento, ci saranno dei momenti in cui ti darai il permesso di sperimentare gioia e dei momenti in cui questo permesso non ci sarà. Il continuo giudizio di quello che sta accadendo è un filtro: è come se ci fosse un giudice sempre attento a quello che accade che decide se tu possa essere felice o meno, considerate le circostanze presenti. E allora anche quando sei "felice" in realtà hai paura, perché hai paura di perdere quella felicità se quelle condizioni muteranno. Il punto è che l'attenzione è sui contenuti della Mente invece che andare all'attenzione stessa ovvero alla Consapevolezza: non noti mai quella Pace che fa da sfondo a ogni pensiero o sensazione e quindi ti perdi. Quella Pace è Consapevolezza, è ciò che sa dell'andirivieni della mente e non ne resta mai coinvolta.

Poiché quando non dai attenzione a quello sfondo, all Consapevolezza stessa, stai perdendo di vista te stesso, ti dimentichi di Te e quindi ti cerchi. Ma cerchi Pace in situazioni interori o esteriori che sembrano prometterla, e ovviamente non la troverai mai. Cerchi Pace nella mente ed essa ovviamente non può darne, perché quello che cerchi non è in un pensiero o una sensazioni felici, ma nella capacità di poter accogliere la vita stessa per quella che è, in tutte le sue meravigliose sfumature. Quella Pace, quello sfondo, accolgono tutto e in realtà non sono toccati da nulla, sono perfetta libertà e amore perfetto. Non hai a quel punto più bisogno di fermare la mente o la Vita, o far si che essa sia in un certo modo particolare! Ciò che rende la Vita un viaggio incredibile e prezioso è il fatto che cambia continuamente, in cui ci innamoriamo, ci lasciamo, ci ritroviamo, sbagliamo e cambiamo strada, abbiamo successo, falliamo e comprendiamo cose di noi. Facciamo esperienza dell'essere umani! 

Quando invece siamo arroccati sullo scranno del giudice non ci godiamo mai la Vita: siamo troppo presi a giudicare se essa sta andando come dovrebbe, come ci hanno insegnato che dovrebbe essere. Per fortuna la Vita accade senza il nostro permesso, si dispiega di momento in momento come specchio perfetto della Coscienza divina, la nostra. Quel continuo giudicare è faticoso e potresti trovarti sullo sfondo, non cosi interessato alla mente e le sue leggi: potroesti trovarti un giorno persino a testiomiare e basta quel dolore e contrazioni, quei pensieri folli e sorridere... comprendendo che non ti toccano mai, ma sono solo quello che sta accadendo.

Il dare attenzione a quei pensieri ed emozioni ci rende miopi: ci fa perdere di vista questo momento, così unico e prezioso perché non tornerà mai più. Se ti trovi ancora invischiato invece nella mente, non lottare: lascia che sia cosi e nota come ci sono dei momenti in cui sei distratto da quel continuo rimuginare su quello che sarà o che potrebbe essere o che è stato e sei semplicemente QUI. Dato che per abitudine sei focalizzato sulla mente e le sue storie, perdi di vista ciò che sei, preso a controllare se "stai bene o male", perdi l'Essere. 
 E questo è stancante: quello che ti stanca non è la mente in sè, ma l'attenzione che dai alla mente, invece che vedere che il luogo da cui osserva la mente è già un luogo di pace. Perdi di vista il fatto che anche in questo momento stai solo testimoniando tutti questi pensieri... dai attenzione ai pensieri come se potessero condurti da qualche parte, quando invece sono appunto solo pensieri o sensazioni.

Tu sei già quella Pace che cerchi attraverso la mente. Lascia che la mente fluisca e noterai che essa diventerà più tranquilla e meno agitata: non sta più cercando di adeguare la realtà (come se fosse possibile) al modo in cui secondo la mente dovrebbe essere per renderti felice. In quel rilassamento, in quel lasciare che le cose siano quelle che sono, la mente trova un suo ritmo ma a quel punto non ti interessa neppure più. Essa diventa, come diceva Osho, una lampada accesa in pieno sole... non ti interessa più.

Con amore,
Shakti Caterina Maggi

sabato 14 dicembre 2013

Non etichettare la paura, ma sentirla



Vivere dalla gioia e non dalla paura

La guerra al terrore crea solo altro terrore e paura. Le guerre non sono fatte per essere vinte ma solo per mantenere il predimonio di chi guadagna dall'armamento bellico e dal mantenimento del sistema dominante. Le guerre non sono fatte per combattere la giustizia o mantenere la pace: l'atto stesso di uccidere un'altro essere umano o invadere o distruggere la sua casa non è un atto che può portare pace.

La guerra non è un atto inevitabile, non è l'unica alternativa: in un mondo globale l'uomo è chiamato a rispondere del dolore dell'altro come il suo, del lutto del suo fratello come se fosse il proprio, della sua fame e della sua povertà. Perchè l'altro siamo noi. Siamo un'Unica Coscienza, che vive attraverso tutti i corpi, inclusi quelli di coloro che sembrano volerti fare del male, o che hanno un colore di pelle che ti fa paura, o che minacciano di distruggere il tuo benessere o la tua salute.

Questa è la realizzazione che annienta il vecchio paradigma dell'occhio per l'occhio e dente per dente e apre invece una dimensione diversa, l'unica capace di trasformare davvero la paura. E' la dimensione dell'Amore.

Fino a che non capiamo questo saremo dominati dalla paura e dal terrore e obbediremo alle loro leggi al punto che ci sembrerà impossibile vivere in un altro modo che non sia quello di proteggerci e difenderci o attaccare per poter avere di più. Gli occhi della paura non vedono che il dolore che spinge qualcuno a fare del male è lo stesso che brucia nel tuo cuore. Gli occhi della paura ignorano che le lacrime di una madre il cui figlio è morto in guerra sono le stesse non importa che bandiera fosse cucita sulla sua divisa. Gli occhi della paura non sanno che Dio è sempre dalla tua parte anche quando si chiama Allah o Krisna. Gli occhi della paura puntano il dito contro le vergogne del mondo perchè c'è troppo pudore a mostrare le proprie fragilità e contraddizioni. Gli occhi della paura vogliono avere ragione, vogliono spiegarti come stanno le cose e non sanno ascoltare che il proprio desiderio di verità è lo stesso che anima chi sembra non essere d'accordo con te.

Gli occhi dell'amore si aprono all'ingiustizia vedendo che è solo un riflesso della propria incapacità di vivere ciò che sappiamo essere vero di noi , dell'incapacità onorare il nostro cuore. Gli occhi dell'amore non chiedono pace a chi fa la guerra, ma la offrono in ogni istante senza imporre i propri modi. Gli occhi dell'amore non vedono separazioni, non riconoscono confini, non chiedono quale sia il tuo credo o la tua moneta o la tua legge, per poterti amare.

Fino a che saremo dominati dalla paura e non seguiremo quelle leggi dell'Amore che sono scritte nei nostri cuori non fioriremo nella gioia. La gioia è il nostro diritto di nascita e lo è per ogni essere vivente su questo pianeta, ogni vecchio, uomo, bambino, ogni animale o pianta, o cristallo o roccia.

Apri il tuo cuore e se non sai come vivere dall'Amore, chiedi che ti venga mostrato. Accadrà istantaneamente. Senti il cuore che aprendo si spezza, il dolore che si scioglie in lacrima. Chiedi di imparare ad amare, e il tuo Sè profondo ti mostrerà come. Lo sta già facendo in realtà, da sempre.

Un abbraccio a tutti voi,
Shakti Caterina Maggi

mercoledì 11 dicembre 2013

RisvegliarSi al Sogno

La Vita è un Sogno. Di tutto può accadere in essa, visto che è il Tuo Sogno.

Non il sogno di colui che pensi di essere: un qualcuno, un qualcosa di separato dal momento, che è nato e che morirà, che deve sottostare a tutte le limitazioni di un corpo. Quel "me" che crede di fare le cose, che crede di vivere la Vita in autonomia dal resto dell'Universo è solo un personaggo immaginario, non ha la benché minima influenza su quello che accade nel Sogno... è solo un personaggio sognato, è parte del Sogno.

Invece quando Tu, che sei la Sorgente del Sogno stesso, vedi chi sei, allora smetti di credere alle limitazioni che quell'illusione comporta. E allora quelle limitazioni spariscono e il Sogno si dispiega in  modo del tutto diverso.

Apparentemente ogni cosa è la stessa, con il mondo e i suoi meccanismi, e allo stesso non la è. Ogni cosa si dispiega in modo quasi magico, cogli che ogni evento è parte del dispiegarsi di una Unica Coscienza Ininterrotta, la Tua. Letteralmente tutto è possibile, se sorge il desiderio nella Mente Divina che sia così. E quel desiderio era già parte della Vita stessa, non è stato pronunciato da un qualcuno di separato, quel cambiamento era già parte del Sogno della Vita. Ogni cosa dunque è perfetta, persino il desiderio di cambiarla.

In ogni momento puoi vedere chi sei, non c'è nulla che lo impedisca. Ciò che sembra impedirlo è l'idea che tu sia in qualche modo separato dalla Sorgente e che tu debba tornare ad essere Uno con qualcosa che senti o intuisci che sia separato da te.

In realtà questa è una illusione, ed è solo questa illusione che fa da filtro alla tua esperienza, dando l'impressione che qualcosa - di fondamentale  e vitale - manchi. Questa intuizione del resto è il seme stesso della ricerca.  L'unica cosa necessaria è riconoscere questa illusione, cosa che inizia ad accadere nel momento stesso in cui desideri che sia così. Quel desiderio di liberazione infatti non è personale.

Quanto TU vuoi vedere chi sei, ciò che esprime quel desiderio non è quello o quella che credi di essere - ovvero un corpo-mente separato da tutto il resto - ma il Divino stesso. Tu sei quella Sorgente, il Sognatore del Sogno e come tale non sei separato dal sogno stesso. Ovvero tutto quello che accade nel Sogno è connesso a Te, è Te.

Quindi nel momento in cui Il Sognatore sogna di volersi risvegliare, nel Sogno accadrà tutto quello che è necessario che accada perché questo diventi vero di Te. Se sai che questo desiderio  è presente significa che già tutto quello che è necessario, affinché l'illusione della separazione cada, si sta manifestando.

La fine della sofferenza accadrà nel momento in cui quell'illusione di separazione finirà: ovviamente quella o quello che pensi di essere non possono fare nulla di personale per far cadere questa idea perché essi stessi sono quell'idea. Allo stesso tempo ciò che veramente sei, il Divino, sta già facendo tutto il possibile. Incluso creare queste parole che stai leggendo adesso.

Ogni cosa nel Sogno si dispiega affinché il Sognatore si risvegli a Se Stesso. RisvegliarSi al Sogno è quindi l'opportunità insita in ogni momento.
Shakti Caterina Maggi

lunedì 9 dicembre 2013

L'Amore non insiste mai

Non c'è nulla che puoi fare, non puoi andare contro questo risveglio e non puoi accellerarlo. Sorgono domande perchè a qualche livello intuititvo la mente sa che sta accadendo qualcosa di cui essa stessa non è in controllo. La mente non può mai produrre il silenzio, la mente è un prodotto del silenzio e quindi non puoi produrre ciò che è precedente ad essa. Ma occasionalmente può divenere consapevole della sua presenza e sebbene questa sia la cosa che la mente vuole di più è anche la cosa che teme di più. E' lo stesso schema, lo stesso gioco dell'innamoramento. Vedi ciò di cui ti vuoi innamorare e allo stesso tempo la maggior parte di te cerca di resistere. Visto che è l'Amore ciò che crea tutto l'universo, esso trovarà sempre il suo modo per riuscire, sii chiaro su questo. L'Amore non insiste mai nei suoi modi, ma sa che troverà sempre la sua strada , non ha bisogno di insistere.

Amore, oltre la relazione

Mi sto scontrando con l'idea di relazione e di donna che esiste nella mia mente e con ciò che in realtà creo "fuori" da me. Vorrei una relazione dove si sta insieme ogni giorno, ma in realtà questo non avviene. Nonostante ciò l'amore tra me e lei è forte e sincero, contemporaneamente vedo i condizionamenti di coppie che vivono assieme e vedo che non sempre è amore... Sento che tutto viene dalla famiglia di origine, ma non so come comportarmi di fronte a questa compresenza di ideali e realtà che fa a pugni con l'ideale... quindi sorgono sensazioni di tristezza conflitto, mal di pancia ecc.. che mi dici a riguardo?

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Non si arriva all'Amore sapendo cosa fare o comportarsi, o avendo le idee chiare su che tipo di strada intraprendere. L'Amore è Mistero, è attesa, è apertura. E' non sapere, è essere così intimi da vedere che non esiste separazione, che "i  miei occhi si chiudono con il tuo sonno".

Non ha a che vedere con il romanticismo. L'ideale romantico parla di noi due, mentre l'Amore condivide Se Stesso, non importa che sia con il cane o la donna della tua vita o l'edicolante per strada. L'Amore è, non chiede presenza, perché è Assenza, è lo spazio vuoto in cui tutte le relazioni possono accadere. Amore è lo sfondo che permette a tutto di esistere e morire, è la nostra vera essenza.

Se la tua vita amorosa non coincide con quello che è la tua idea di coppia, e allo stesso tempo vedi che le coppie spesso non funzionano, si tratta di cogliere che quello che hai appreso come ideale non amore, ma di bisogno. Diciamo "ti amo", ma in realtà stiamo dicendo "ti garantisco che resterò al tuo fianco così che forse anche tu farai lo stesso e non mi sentirò solo". Diciamo "ti amo", ma in realtà è la nostra biologia che parla, ma che abbiamo bisogno di rendere più romantica perché non riusciamo a distinguere il fatto che l'attrazione fisica è solo una delle espressioni dell'Amore, ma non la sua essenza. 

Non ha senso cercare di far funzionare una relazione in base alle idee che abbiamo su come dovrebbe essere: le nostre idee sono morte, fanno parte del passato; mentre la nostra relazione è una cosa viva, che cambia continuamente. Noi, come forme, cambiamo in continuazione e anche l'"altro" lo fa... con chi allora sei in relazione? Spesso siamo in relazione con una idea dell'altro e non lo vediamo neppure più per quello che è veramente. Siamo innamorati di una immagine e siamo in relazione con essa. E l'altro spesso fa la stessa cosa e quindi anche se formalmente si è "insieme", ognuno dei due è solo in relazione con una sua idea e non vede neppure più l'altra persona. La relazione è una cosa viva, è uno scambio continuo, se la filtri attraverso una idea la uccidi, diventa stantia, noiosa, ripetitiva... in realtà è la mente che è stantia noiosa e ripetitiva. 

Se vorresti avere vicina l'altra persona, ma non accade significa che la Vita vi sta dispiegando in direzioni diverse, e contrastare questo con idee crea solo sofferenza... non tradirTi per colpa di una idea, se possibile resta aperto a sentire quell'emozione di bisogno che l'altro sia presente perché tu possa sentire quell'apertura che è l'Amore stesso. Se accade, se è possibile restare presenti a quell'emozione senza contrastarla, potresti e  scoprire che quello spaccarsi del cuore è una azione dell'Amore stesso che sta tornando a se stesso... e per farlo deve proprio dissolvere quelle barriere concettuali che hai costruito per proteggerti. Perché quando ti apri davvero all'Amore allora "tu" vieni fatto fuori, vieni tolto di mezzo. Ecco perché cerchi di proteggerti attraverso quelle idee e regole su come dovrebbe essere una relazione...

Se ti apri davvero all'Amore, permettendo a quella sensazione di essere presente scopri che non hai affatto bisogno che l'oggetto d'amore sia disponibile perché tu possa essere in quell'apertura... l'oggetto del tuo amore era solo una scusa, un escamotage, perché tu ti aprissi... L'Amore è e  quando si riscopre prima dissolve l'idea che ci sia bisogno di un qualcuno da amare e poi che ci sia bisogno di qualcuno che stia amando... e muori letteralmente in quell'Amore, ti dissolvi e resta solo Amare, come verbo, non come sostantivo.

Nell'Amore infatti non c'è nessuno che ami o che sia amato, esistono solo i corpi e la Vita stessa che si dispiega in quell'Amore come parte di una unica azione. Tutto è scoperto essere noi stessi in manifestazione, tutta quella apparente separazione è vista solo come un inganno che sembrava reale fino a che si credeva che ci fosse un qualcuno che amava, un qualcuno di separato da un altro. Coloro che amavamo era noi stessi, coloro che odiavamo erano noi stessi. Questa riscoperta è Amore e in esso ogni idea cade, resta solo una apertura senza confini. 

Vivere dall'Amore significa dunque vivere dal Mistero dell'Essere, in cui ogni istante si dispiega nuovo e fresco nel momento. E' un inizio continuo, senza mai una fine, una porta spalancata che si apre su un'altra porta spalancata all'infinito...

Vivere da questa apertura significa quindi lasciare andare ogni idea e restare in quell'aprirsi... se è possibile farlo potresti scoprire che sei in relazione con Esistenza stessa, una relazione che non finisce mai perché non è mai iniziata. Dalla solitudine all'Uno tutto si dissolve in questa comprensione d'amore. 

Shakti Caterina Maggi

giovedì 5 dicembre 2013

La chiave per l'accettazione

Caro Avasa, accettare questo momento cosi com'è compreso di ego, urla e pianti, e tutto ciò che è, che cosa ha a che fare con il portare l'attenzione su di sé?

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Non c'e' nessuno che possa accettare il momento, ma l'accettazione del momento puo' accadere.

Quando accade, lo fa perche' l'attenzione non e' piu' primariamente sull'oggetto creato, ma su cio' che precede l'oggetto, il soggetto, il Se'. Una volta che il Se' e' visto l'accettazione arriva come conseguenza.
 
Quando la nostra attenzione e' solo sull'oggetto ci sara' identificazione con l'oggetto e in quella relazione allora sorge il gioco del "me" o che non accetta o che cerca di accettare.
 
Ovviamente nessuna di queste due cose puo' essere vera accettazione perche' c'e' un volere che qualcosa accada. In questo c'e' un ignorare il Se'. 
 
Quando l'attenzione e' sul Se' non c'e' nessuna richiesta che le cose siano altre da quelle che sono dato che non c'e' nulla da guadagnare dal fatto che siano differenti. Quando il Se' e' visto ogni cosa e' colta cosi' com'e' con nulla da guadagnare da essa.
Questa e' allora accettazione.
 
Con Amore,
Avasa
 
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