venerdì 29 giugno 2012

Falso

Tutta la sofferenza dell'umanità, sia a livello collettivo che dell'apparente individuo, viene dalla credenza nell'idea che siamo cose separate all'interno di un universo che è basato sulla separazione.
Quando la falsità di tutto questo è vista attraverso l'indagine, la sofferenza lascia spazio al vedere l'Uno.

La gioia del momento presente

"A me (ed a qualsiasi altro)... non mi ha chiesto nessuno se volevo nascere, ma la cosa peggiore è che non mi è stato dato un bottone da cliccare, nel momento in cui non volevo vivere.
E sono molti anni che cerco una ragione di bene e di giusto, in tutto questo.

Che senso ha tutto? Perche prima dobbiamo sentire stati emotivi/sensitivi in un modo e poi avere questo risveglio ... e sentirli in un altro? ".

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Prima di chiederti se qualcuno ti abbia chiesto di nascere o di voler morire, io mi domanderei se effettivamente ci sia un te che stia vivendo la Vita in questo momento. O se questo qualcuno sia di fatto solo una idea, ma non una realtà percepibile.

Se controllo là dove sono, in questo momento esiste un corpo, sensazioni o pensieri che chiamiamo mente, ma non esiste un qualcuno che vive la Vita, se non come idea. Esiste la Vita, e basta.

Quando l'attenzione passa dalle storie di "me" che sono nato o nata o che non voglio vivere o che non amo il vivere e va verso questo semplice istante, allora qualcosa si ferma. Si ferma la storia del "me" che vive e si rende evidente un'apertura in cui la Vita stessa accade, e lo fa un momento alla volta.

Quando accade il passaggio dalle storie infinite del "me", dei suoi rimpianti e progetti falliti, le sue speranze per un futuro migliore o le sue strategie per cancellare la sofferenza (o persino se stesso) verso questo momento allora qualcosa si placa. Una ricerca si placa. Un'ansia infinita si ferma. Esiste solo il momento e nel momento, di per sè, non c'è problema. Neppure se il momento significasse uno scenario non piacevole per la mente, sarebbe comunque solo un momento. E' solo l'esperienza del momento.

Sebbene questo possa non essere immediatamente evidente tutto quello che soffriamo nella vita non è la Vita stessa ma le idee che abbiamo su di essa o su di noi rispetto alla Vita. La Vita accade e basta a dispetto delle idee che abbiamo e quando è possibile che queste idee cadano o si dissolvano, essa si manifesta in tutta la sua gloria. Tutto torna a essere intero, non spezzato, non confuso. Come quando eravamo dei bambini piccoli.

Quando eravamo bambini piccoli accadeva la rabbia ad esempio, ma non era un problema. L'emozione sorgeva, il corpo tremava o si scuoteva ed ad un certo punto l'emozione svaniva e qualcos'altro arrivava. Non c'era un giustificare la rabbia o un accusare, esisteva solo la sensazione e il momento presente.  Lo stesso valeva per ogni altra emozione o sensazione. Anche se cadevamo sbucciandoci il ginocchio e magari iniziava un pianto non c'era la storia del me che si era fatto male o che non avrebbe dovuto cadere... c'è solo il momento presente e l'emozione o sensazione del momento presente.

Piano piano il senso del "me" o di separazione si è instaurato, attraverso la ripetizione e il condizionamento. Con esso la gioia di vivere ha iniziato a svanire, una gioia che sorge in modo naturale quando non c'è senso di separazione, quando il "me" è visto solo come una idea e non come la nostra identità. Non appena quella gioia è svanita  abbiamo iniziato a cercarla e lo abbiamo fatto nel mondo e in noi stessi per quelli che credevamo a quel punto di essere.

Quando siamo caduti da quel paradiso abbiamo iniziato a credere di essere noi a vivere la vita, abbiamo iniziato a pensare che essa doveva accadere in un certo modo o in un altro perché potessimo essere in quella gioia di nuovo o che noi stessi avremmo dovuto essere in un modo o in un altro. Abbiamo perduto la nostra innocenza e capacità di cogliere il momento come la sola esperienza che stava accadendo. Abbiamo iniziato a credere in un mondo di pura immaginazione in cui noi eravamo un personaggio dentro il corpo separato da tutto il resto del mondo oppure abbiamo pensato di essere il corpo stesso. Abbiamo iniziato a credere nella frammentazione e ci siamo sentiti separati dall'intero.

A partire da questa idea abbiamo costruito il nostro mondo di immaginazione e lo abbiamo iniziato a soffrire. Siamo rimasti intrappolati nell'idea che ci sia un qualcuno che sta vivendo la vita e che forse non vivrà più. Abbiamo iniziato ad avere paura di morire e quindi di vivere.

La realtà è che esiste solo questo momento, la Vita che accade, e il "me" che sembra viverlo... ma quando lo si cerca questo "me" è visto essere solo una idea. Mettiamo che il "me" sia nel corpo: dove è esattamente? Molti scienziati lo hanno cercato ma non hanno mai trovato la sede della Coscienza, neppure nel cervello che riceve e trasmette segnali ma non indica il luogo da cui questi stessi segnali partono o muoiono. I più spirituali parlano di un'anima: anch'essa resta un concetto nebuloso, perché se io fossi l'anima, cos'è che è sa che l'anima esiste? Se Io è l'anima allora a meno che essa non coincida con qualcosa che non ha di per sè forma o colore o sensazione o suono o qualunque altra cosa attraverso cui possa essere descritta, essa sarebbe solo un'altro oggetto di cui Io è cosciente. Io è Coscienza.

Ecco che mi trovo dunque in qualcosa che non è descrivibile come lo sono i concetti o le sensazioni o gli oggetti materiali. Ciò che Io sono è al di là di queste cose, è Pura Coscienza. Allo stesso tempo questa Pura Coscienza che sa che tutto esiste non è separabile da quello che sta accadendo. Guarda da te: puoi separarti dai tuoi pensieri o sensazioni? Oppure tutto quello che accade è che essi esistono in te, come te?
Tu sei dunque Nulla E Tutto. Sei la Vuota Consapevolezza da cui tutto origina e muore E l'intera manifestazione che è l'espressione di ciò che sei. In altre parole Tu sei ciò che crea la Vita e la Vita stessa, nella sua interezza. Tu non nasci e non muori mai dunque, queste cose non si applicano a te ma solo al corpo attraverso cui fai esperienza della Vita stessa.

Quando esco dalle idee che ho di me o sulla Vita, su cosa sia giusto o sbagliato, mi trovo semplicemente qui. Anzi sono semplicemente il qui e ora in cui tutto accade e quello che accade non è separato da me. Quando sono cosciente di questo non c'è sofferenza, magari ci possono essere a volte dolore o delle emozioni, ma non sofferenza. Esiste solo l'esperienza, l'esperire. E in esso c'è una bellezza intrinseca nel sapere che esiste e poi non esiste più . E' prezioso, ogni momento. Quando sono in questo vedere, non c'è desiderio che questo momento duri di più o sia diverso: esiste solo questo e questo è più che abbastanza.

Magari non sembra avere un senso tuttop questo. Ma chi ha detto che ce lo debba avere o per chi? La Vita non ha un senso per un qualcuno che non esiste di fatto se non come immaginazione. La Vita ha un senso in se stessa, per il semplice fatto che sta accadendo.  Non esiste nulla che tu debba sentire o non sentire allora, esiste solo l'esperienza del momento.

Se l'esperienza del momento non è abbastanza è perché la stai paragonando ad un altra o alle idee di come dovrebbe essere. Arriva un momento in cui ti accorgi che quel paragonare o cercare di cambiare è del tutto inutile. I cambiamenti a volte avvengono, ma accadono comunque quando è il loro tempo. Quando questa inutilità degli sforzi da parte del "me" è vista ci potrebbe essere frustrazione. Una frustrazione sana direi, che non è più un capriccio della mente. E' una resa che volenti o nolenti dobbiamo abbracciare.

Quando accade ci accorgiamo che se il modo stesso in cui la Vita accade fosse stato diverso non avremmo potuto mollare la presa. L'illusione del mondo e del "me" doveva deluderci in un certo senso perchè le nostre adorate idee su noi stessi o sulla vita cadessero. Quando lo fanno rimane solo il momento presente. E siccome non ci sono più alternative ci accorgiamo che davvero in effetti è perfetto, così com'è.


Shakti

giovedì 28 giugno 2012

L'aiutante

Ciò che diventa chiaro dopo un periodo di ricerca conscia è che la mente basata sull'ego vuole sempre aiutare nel raggiungimento dell'illuminazione. Questa è una strategia per mantenere l'immagine che si ha di sè come autore delle azioni o il controllore di ciò che sta semplicemente accadendo.


Qualunque forma di meditazione che mantenga un'intenzione proeitta un momento nel futuro e fino a che quel momento immaginario nel futuro è intrattenuto a livello mentale lo sarà anche la continuziane del concetto di ego. Ciò che è necessario affinchè accada il risveglio è la realizzazione che non c'è nessun passato o futuro, solo il momento che si è già dissolto quando è stato reclamato come esistente.


Nel vedere l'Uno non c'è nè più un passato nè futuro, se non come un pensiero che sorge nel momento, ma non c'è ADESSO! Il termine "Sii qui e ora" non ha un senso in tutto questo vedere perchè dove è l'ORA?


Questa espressione inoltre implica che ci sia un qualcuno che sia qui e ora e questo non è vero. Non c'è e non c'è mai stato un qualcuno qui e ora, tale espressione si basa su una profonda ignoranza e viene data come un ordine - a partire da questa ignoranza - verso un immaginario qualcuno. C'è solo questo e questo è già passato nel momento in cui viene reclamato essere "questo", perchè viene immediatamente rimpiazzato da un nuovo "questo".


Infatti a meno che la parola QUESTO si riferisca in modo diretto alla Consapevolezza, che è il permanente "questo", essa è una parola usata in modo scorretto. Consapevolezza è una presenza immutata, permanente, persino in quei momenti in cui l'attenzione è sugli oggetti e quindi non consapevole di sè. E' SEMPRE presente come QUESTO che non puo' essere descritto, perchè non è una cosa in quanto tale, è indescrivibile per il fatto stesso che non ha una descrizione.


Di solito quando avviene un'esperienza che la mente ha reclamato essere illuminazione si afferma con stupore l'espressione, "wow è indescrivibile". Questa è la descrizione di un qualcosa, NON di nulla. Nel momento della realizzazione non c'è uno "wow" ma al massimo uno "wow" gentile, una sorta di "AH! Questo!" in tutta la sua ovvietà, la sua totale familiarità.

Il cosiddetto ricercatore spirituale è stato riempito di stupidaggini da blaterio spirituale e confronta questo nonsense contro tutte le esperienze che incontra in attesa che esso combaci con quelle esperienze a conferma che l'illuminazione sia avvenuta. Il momento di illuminazione è qualcosa che si conferma da solo e che non combacia con nessuna descrizione data in precedenza perché non ha una descrizione.


Nessun aiuto di nessun tipo è necessario perché l'ego porti all'eliminazione dell'ego in quanto immaginaria entità quando si vede che l'ego è solo una attività.


Qualunque aiuto o sforzi fatto con una intenzione garantirebbe la continuazione del concetto di ego facendo sì che esso resti intrattenuto nella mente come entità immaginaria.


Questo non siginifica che ci debba essere un astenersi dalle esperienze, in effetti le esperienze sono accolte in modo ancora più pieno che mai perché non c'è nessuno che le rifiuti e quindi sono accolte e espresse in modo totale. Vengono, restano come espressione temporanea e si dissolvono, lasciando dietro QUESTO che NON è una esperienza. Tutto sta semplicemente accadendo, a nessuno.


Troppo spesso si vedono in giro aiutanti che offrono soluzioni - nella forma di un agire deliberato - ad un immaginario qualcuno che possa quindi fare qualcosa per fare accadere il momento in cui si realizza che non esiste un autore delle azioni, ma solo l'azone che accade a partire dall'immobilità che la rilascia e fa sorgere un'altra "bolla" di attività. Questo è ridicolo, è uno scherzo Divino, perché TUTTA l'azione è una azione Divina. Colui che si immagina possa resistere a questa realizzazione e colui che immagina di non resistere più sono entrambi attività dell'Uno.


Nessuno realizza e nessuno non realizza, sono entrambe azioni impersonali, che sorgono come sensazione o pensiero, sono testimoniate dalla Consapevolezza Vuota, da nessuno.


Quando questo è visto con chiarezza è ovvio che tutto il vedere è visto, testimoniato, dallo stesso Essere e che questo Essere stesso è ciò che si manifesta in modo temporaneo come le cose, anche se in se stesso resta quel nulla in cui la manifestazione accade, tutto è Uno.


Questo allora è "Io", Io sono il nulla da cui tutto si manifesta E la manifestazione stessa. Questo è vero di tutti noi, perchè non c'è un NOI, c'è solo Io.


Io sto apparendo come te e me, come questi oggetti apparentemente separati in tutte le circostanze. Quindi non c'è separazione, ma solo apparente separazione, la prima è una CREDENZA e la seconda è una cosa VISTA. La prima è solo una illusione della seconda, il testimoniare, in quanto non c'è un vero testimone ma solo testimoniare. Attraverso l'intera creazione c'è solo azione e nessun autore.

"C'è azione ma non ne esiste autore" 
Buddha

“C'è quindi scrivere ma nessuno scrittore, un verbo ma non un sostantivo".
sito originale

Un unico Sè

"Esiste un unico Sè, tu e Io siamo lo stesso Uno.
La nostra illusione è che siamo due, eppure non c'è assolutamente nulla, da nessuna parte nella Vita,  che sostanzi questa idea.

Tu e io siamo quindi nulla di più che un concetto, una congettura della mente. Le apparenti parti separate della creazione sono dunque un Unico Intero Ininterrotto".


domenica 17 giugno 2012

Risveglio, il giorno dopo

Ciao

Fino a pochi anni fa ho vissuto in uno stato di tristezza e depressione, non sapendo cosa vuol dire vivere veramente, ma dopo un momento magico si aperto tutto. Volevo arrivare alla radice dei miei problemi e risolverli. Dopo una breve ricerca ho capito che la sofferenza che percepivo era data da una percezione "sbagliata" del mondo, della realtà e di me stesso. Dopo un po ho avuto la mia risposta, ho scoperto chi sono veramente e che non ci sono problemi o meglio ho visto l'illusione della paura. la mia ricerca si è fermata. ho capito che non c'era nulla da cercare, nulla da scoprire e che nulla mi poteva "toccare". ho vissuto in uno stato di beatitudine per qualche settimana o mese... la mia mente si è acquietata, ero cosciente di me stesso, ero cosciente della coscienza, ed ero io. 
Un fiume di comprensioni accadevano e tante realizzazioni nascevano da me, ero la fonte di tutto questo. ho capito che qualcosa di meraviglioso era successo... ma non mi ero mai immaginato che da quel momento la vita sarebbe cambiata totalmente. si sono "sistemate" tante cose ma sono nate altre mille domande e desideri. sono nati altri conflitti. ora arriva la parte più difficile perché sento molta confusione mentale, indecisione e insicurezza. "il problema" e che vorrei ritornare in quel stato li... mentalmente detto. 
Ho iniziato con la meditazione ma subito me ne sono accorto che la vita è meditazione o che la meditazione non esiste. Sembra che sia peggiorato tutto, sono diventato mentale. 
Tutto quello che è successo precedentemente è diventato un ricordo e sento che da una parte mi sto allontano da quello che sono e da un'altra sento che non mi posso allontanare da me stesso. sento tanta difficoltà a passare dalla ricerca all'esperienza e non so come fare il passo. ci sono tante cose di cui me ne accorgo ma trovo difficoltà ad abbandonarle, ci sono tanti "devo fare cosi", "devo essere cosi" "devo" e "dovrei"... e nello stesso tempo so che non esiste un modo in cui una cosa deve essere in un certo modo... che casino.. ti avevo sentito parlare in un video in cui dicevi che il mestiere piu difficile è quello del ricercatore spirituale perché alla fine non c'é nulla da trovare.  non so se trovi normale ma in realtà non so nemmeno cosa ti voglio chiedere, non so... forse hai qualche consiglio da darmi, oppure no... avrei bisogno di un aiuto. Grazie  
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Ciao


Grazie per le tue parole davvero sincere. In realta non c'e' nulla che tu debba fare per tornare "li" semplicemente perche "li" non e' da un'altra parte in attesa che "tu" ci torni. Questa idea e' parte dell' illusione della ricerca. Sono quasi dieci anni che condivido questo messaggio, di recente in modo piu pubblico e non mi e' mai capitato di inontrare nessun caso in cui quando avviene il primo risveglio il senso del me e della ricerca non torni. Direi che e' quasi inevitabile.

Quando l'attenzione ricade su se stessa tutto diventa improvvisamente chiaro: i dubbi di una vita, nevrosi, etc spariscono. Una chiarezza senza confini dove ogni domanda e' subito seguita da una risposta.  Poi il senso del "me" , dato che non appartiene ad un qualcuno, torna. E nel tornare si forma un nuovo tipo di identita', quella del qualcuno a cui e' accaduto qualcosa. Quello o quella che si sono risvegliati, che hanno "visto", quelli che .... E giu' una trafila di idee che la mente ha sul risveglio o illuminazione, di condizioni a cui si deve tenere di conto come se questo vedere fosse accaduto ad un qualcuno che da quel momento in poi non deve cedere a nulla, o che dovra' vivere in perenne stato di perpetua felicita'. Una vera faticaccia, quasi quasi era piu facile essere un ricercatore senza speranza.  Credimi c'era un periodo in cui tutto questo e' stato vero anche qui, quindi non c'e' nulla di cui vergognarsi. Il fatto e' che quando questo vedere accade lo fa e basta non perche' quello che immagini di essere, il me, se lo sia meritato.

Accade per sfinimento o innamoramento dico sempre, una delle due. Ma accade. E quando accade ti accorgi che era SEMPRE vero di te quindi non c'e' mai un momento in cui tu non sia questo vedere. Non c'e' mai un momento in cui tu non sia Consapevolezza. Solo che adesso la Consapevolezza e' identificata con altre idee, idee sul risveglio o di come tornare al risveglio.  Non cercare di fare nulla. Considera questa storia come una storia d'amore, pero' con te stesso, con il tuo vero Se'. Quando sei innamorato di qualcuno non fai nulla per innamorarti, accade. La tua attenzione cade su quella persona e piano piano tutti i tuoi interessi e pensieri e sensazioni si spostano su di lei o su di lui. Il centro di gravita' dell'Universo si sposta e se prima mangiare e bere sembravano cose importanti adesso l'Amato o l'Amata lo sono. Ecco, e' un po' cosi' solo che sei TU, Consapevolezza che piano piano seduce l'attenzione che si sposta dagli oggetti della mente, i pensieri e le sensazioni, e si innamora di se'. Il me, la ricerca perdono di importanza.

A volte accade con un processo "negativo", per sfinimento. L'attenzione torna su se stessa perche' le strategie dell'ego per tornare "li'" sono cosi fallimentari che si getta la spugna. E quando accade eccoti QUI non li', eccoti a casa, dove eri sempre stato. Del resto dove altro volevi essere?  Vedi, la ricerca non finisce perche' si sia trovato qualcosa, ma perche' si realizza che quello che si andava cercando era cio' che testimoniava la ricerca. Se ti trovi a testimoniare la mente che cerca di tornare alla ribalta, allora lascia che sia cosi, lascia che la mente torni sapendo che da dove la testimoni tu sei gia' oltre. In questo modo sarai come al cinema: lo show della mente va avanti ma tu ne sei solo lo spettatore.

Non esiste un modo in cui tu dovresti essere perche' tu, per quello che pensi di essere, non esisti se non come personaggio di fantasia. Vederlo e' autentica liberazione perche' significa che in qualunque modo tu appaia come corpo mente e' il modo in cui quel personaggio e' creato con tutte le sue apparenti debolezze e forze. TU sei gia' oltre sia il corpo che la mente, essi appaiono come parte di una unica manifestazione accanto a tutte le altre forme per rappresentare la tua stessa coscienza, la Coscienza Divina. Quindi non c'e' modo o maniera che quel personaggio che pensi interpretare possa essere diverso da come e' perche' esso e'' solo parte di una Unica Azione che si crea a partire dal tuo vero Io, Consapevolezza Vuota.

Come in un sogno tu sei tutti i personaggi e essi rispondono ai movimenti sottili del tuo essere tutto il mondo appare in Te e non tu nel mondo. Quello che chiami il tuo corpo mente appare come gli altri nella TUA Coscienza, E' TE, tutto e' UNO. Quindi se tutto e' te quale personaggio in particilare vuoi illuminare? Quale personaggio in particolare NON e' illuminato? Tutto questo appare improvvisamente assurdo quando cogli che non hai bisogno di risvegliarti a livello "personale", solo vedere che sei gia' cio' che cerchi. E da questo vedere qualcosa si rilassa e tu e quei problemi immaginari si dissolvono in quel rilassamento.

Un caro saluto,
Shakti

venerdì 15 giugno 2012

Compassione

"Cos'è la compassione?"
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Compassione è sapere che tutto, così com'è, è perfetto. 
Inclusa quella che sembra essere la "tua" sofferenza o quella di un altro, perché tutto quello che accade è espressione di un Unico Essere. Per quanto apparentemente disarmonico e ingiusto, tutto quello che si manifesta è espressione dell'Uno. 
Solo in una visione globale si comprende che ciò che accade è già in perfetta armonia. Non è una armonia che si dispiega nel tempo, ma nel momento. 
In questa rivelazione comprendi che non c'è nulla che debba essere corretto nel sogno, era la tua visione di esso che - essendo parziale - era distorta.
 
Shakti

giovedì 14 giugno 2012

Il mondo è il tuo specchio

"Mi puoi parlare per favore della funzione-specchio del mondo? grazie infinite". __________________________

Il mondo è il tuo riflesso nel senso che quello che accade è l'espressione della tua Coscienza e del modo in cui conosci chi sei, oppure di quanto ignori chi sei. 
Quando non sai chi sei, quello che credi di essere è un personaggio della Vita che è separato dal mondo. 

Nel momento in cui esiste separazione esiste anche paura: quando senti che sei staccato da ciò che ti circonda e da chi ti circonda non puoi non provare paura. Persino chi ti sta vicino ed è in amore con te avrai paura di perderlo. Avrai paura e non ti godrai davvero lo spettacolo. Gli "altri" saranno i tuoi carnefici o vittime, saranno le persone che ti fanno del bene o del male e così via... il mondo stesso con le sue dinamiche sembrerà del tutto distinto da te. Nel momento in cui invece vedi che ciò che Io è non un personaggio all'interno del corpo mente ma è solo il testimone di quello che accade, allora quell'immaginario centro che pensi di abitare all'interno del tuo corpo è visto come un'illusione. Lo sparire di quell'illusione disloca l'attenzione per così dire: prima di allora ti sentivi "dentro" la scena. 

Ti sembrava di essere un qualcuno che abita "dentro" il mondo, mentre ti accorgi che è vero l'esatto contrario: tu non sei nel mondo è il mondo che è in te! E' una rivoluzione totale... tu non sei dentro la storia della tua vita, è la storia della tua Vita che accade in te che ne sei lo sfondo vuoto. Questo significa che tutti quei personaggi che sembravano essere distanti da te e comportarsi o bene o male sono in realtà solo varie figure che popolano la tua Coscienza. Persino colui che pensi di essere è solo uno dei tanti personaggi. Quindi quando diciamo che l'altro è il nostro specchio quello che dovremmo vedere è che non è uno specchio "personale". Non è personalmente l'altro a essere il mio personale specchio, ma è l'intero mondo a esserlo e ciò che specchia non è una personalità, ma il Sè. 

Nel mondo spirituale spesso invece viene fatta confusione. Ti viene chiesto o ti sembra che ti venga chiesto di lavorare sullo specchio dell'altro come se l'altro fosse separato da te.... e ti rifletta qualcosa a livello personale. Non funziona così! L'altro, e il mondo intero accadono in te, ma siccome ti pensi all'interno del sogno come un personaggio che ha determinate caratteristiche storia etc, quel vedere distorto filtra il mondo stesso esattamente allo stesso modo se tu vedendoci bene indossassi un paio di occhiali spessi. Tutto apparirebbe confuso! Mettiamo che su quegli occhiali ci fosse scritto "vittima" oppure "incapace". Quello sarebbe il modo attraverso cui il mondo apparirebbe e il modo in cui leggeresti non solo il personaggio che credi di interpretare ma anche tutti gli altri personaggi. Nel momento in cui invece quegli occhiali sono tolti e ti accorgi che sei lo sfondo in cui la Vita accade allora ognuna di queste storie perde di significato. 

Letteralmente vedi che erano solo storie e non ti interessano più. Facevi gli incubi insomma perché eri disturbato dalla contrazione del senso di separazione. Una volta che l'attenzione si sposta e ti accorgi che non sei il personaggio ma lo sfondo, quelle storie per un po' continuano a venire su. E' come se il vecchio modo di pensare tornasse ma questa volta le storie sono viste come tali e non c'è un reale interesse in esse, sono viste accadere e magari accade anche dell'emotività ma non sono importanti... sono nuvole che passano. Nella mia esperienza questi strascichi avvengono anche per anni. Magari ci vogliono molti anni anche perché certe cose vengano su: la scena si deve arrangiare in maniera tale da scatenare quel genere di storia così che essa possa essere vista consciamente e dissolta. Insomma la purificazione dall'ego ( ovvero il modo distorto di vedere le cose) avviene soprattuto DOPO il risveglio e questo è qualcosa che spesso non è chiarito in ambito spirituale. 

Il fatto che tu veda che NON sei il "me" non significa che il "me" non possa venire fuori proprio perchè è solo un pensiero abituale che viene su. La differenza è che vedi che sei il vedere che guarda attraverso quegli occhiali e non credi invece nella distorsione che le lenti dell'ego ti portano. La distorsione appare nel sogno ma tu sai che è un sogno e quindi non te la prendi più veramente, lasci che accada, persino se venissero su delle emozioni di rabbia o tristezza. Esse sarebbero parte del dispiegarsi del sogno. In questo modo le identificazioni si bruciano le une dopo le altre, mentre il vedere quello che sei resta sullo sfondo di ogni cosa. A volte il cielo è limpido, a volte passano nuvole, ma non sono più te. Non è che lavori su di te come se fossi un qualcuno che deve bruciare un ego a livello personale: vedi che il personale acccade nell'impersonalità dell'essere e che il vedere questo fa sì che illusione si sciolga come neve al sole, da sè. 

Non hai bisogno di lavorare su di te capendo di cosa è il riflesso il mondo per te: non c'è un te per cui il mondo si rifletta. Esiste solo il sogno della Vita e il modo in cui lo vedi è il modo in cui non sapendolo vedi te stessa te stesso. Quando lo inizi a vedere sei grata ad ogni cosa per come è: essa nell'essere come è ti permette di sciogliere eventuali illusioni oppure è il riflesso della tua gioia di esistere. Davvero questa gioia è quello che resta costante, persino nei momenti bui. Lascia che tutto sia com'è e nel farlo il mondo ti regalerà i suoi segreti più profondi. 

Con Amore, 
Shakti

mercoledì 13 giugno 2012

venerdì 8 giugno 2012

Sono me stesso

Nel 99% delle volte nella nostra vita il 99% delle persone che incontriamo
ci dicono come DOVREMMO essere e quanto siamo sbagliati.
Poi viene un momento in cui una piccola voce dentro dice
BASTA! SONO ME STESSO! Non posso essere altrimenti!
Da quel momento la matematica cambia...
... Le persone che incontriamo iniziano a essere sempre più in accordo
con quello che facciamo o diciamo,
con il nostro essere in accordo con noi stessi.
Allora anche coloro a cui non piacciamo ci rispettano,
proprio perchè onoriamo e rispettiamo noi stessi.
Come potrebbe essere altrimenti?
Quando sempre Tutto è un unico Sè, il nostro stesso Sè.
Non ci sono altri quando l'Amore è vero.

Avasa

giovedì 7 giugno 2012

Conflitto

Il valore del vuoto

"Cosa può concretamente importare di essere il vuoto o non il non vuoto....quando la vera questione si trova da tutt'altra parte ?"
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La vera questione è tutta lì. Fino a che cerchi nel mondo, sia interiore che esteriore, delle risposte non troverai davvero la verità. La verità è qualcosa che non cambia mai, che è quindi per definizione sempre vera. Il mondo invece cambia continuamente, sia fuori che dentro.

In questo senso è un'illusione ed è per questo che i sensi non ti possono portare a chi sei, perchè i sensi fanno parte della manifestazione e del suo mutare. Quello che cerchi è qualcosa che non cambi, che sia immobile, che sia sempre vero. Quel qualcosa sei tu, ovvero ciò che testimonia lo scorrere della mente del corpo e della manifestazione in genere. Quell'Io vuoto e consapevole è la pace che vai cercando nel mondo. Tu SEI quella Pace.

La ricerca accade in vari modi anche non sempre consapevoli. Ad esempio potresti cercare un rapporto d'amore eterno ma non è possibile perchè quel rapporto d'amore è solo un riflesso di quell'Amore vero che è questo Silenzio... lo stesso vale per ogni cosa nella vita, una sicurezza economica, una situazione di lavoro o di abitazione etc... vogliamo cose per sempre perché non sappiamo di essere l'Eterno. Non c'è nulla di male in queste cose di per sè, ma se cerchi la pace attraverso queste cose, mantieni una ricerca che è sofferenza.

Quindi fino a che non vedi il valore di questo Vuoto cerchi quel valore altrove e non lo troverai mai. Ecco perchè c'è sofferenza quando c'è ignoranza, persino quando pensiamo di essere felici perchè abbiamo cose che ci rendono felici. Quelle cose saranno accompagnate dalla paura di perderle, perché non vediamo che noi stessi ne siamo la sorgente. Quindi ecco che hanno senso le parole del Buddha: "anche la tua felicità è sofferenza". Se questo ancora non ti è chiaro è ovvio che la ricerca proseguirà sia attraverso il processo di comprensione intelletuale che nel mondo.

Quella ricerca ad un certo punto raggiungerà un punto di frustrazione che provocherà una resa. Non puoi trovare nelle cose create, come la mente e il mondo, il loro creatore. Quelle cose sono la manifestazone del creatore, non la loro stessa causa. La mente o il mondo non possoo darti le risposte che davvero cerchi. Fino a che c'è ricerca in queste cose (sia nel mondo materiale che nel mondo spirituale) non c'è nulla che puoi fare per interrompere quella ricerca. Essa accade perchè l'attenzione non è su ciò che sei davvero. Essa prosegue fino a che non si esaurisce e quando lo fa allora il vero vedere può accadere. Ecco che allora in quell'abbanodono, sia che avvenga attraverso una resa dopo esperienzxe positive o negative, nasce un ascoltare che poi è un ascoltare l'ascoltare stesso.

In quell'ascoltare tutte le tue idee di verità cadono, tutte le idee che hai su di te o sul risveglio cadono. E resta solo ascoltare e VEDI che tu sei quel'ascoltare stesso, che tu sei quel vedere stesso. Che sei Consapevolezza. Se ancora non vedi il valore di questo Vuoto non ti preoccupare. Significa che deve accadere ancora un po' di ricerca e in quella ricerca nascerà frustrazione ad un certo punto e una resa.

Non puoi capire chi sei, perchè tu sei ciò che testimonia il capire stesso. Ecco perché nessuna risposta mentale può condurti a nulla, nessuna percezione sensoriale può portarti a questo. Questo vedere ACCADE. In realtà sta accadendo sempre da sempre ma la tua attenzione è sulla mente e i suoi voli. Se accade ancora questo goditelo: la vita non è un puzzle da risolvere è qui per essere vissuta.
Nel farlo pienamente colui che pensi di essere si scioglie e resta solo la Vita styessa che accade in quello che sei, Consapevolezza.

Un caro saluto Shakti

domenica 3 giugno 2012

La rabbia e l'Amore

"Se io non sono rabbia, perché dovrei essere Amore? ".
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Amore non è un'emozione, mentre la rabbia lo è. La rabbia può nascere dall'Amore che è lo sfondo di ogni cosa, mentre l'Amore non nasce da nulla, perchè il tuo stesso Essere, è lo sfondo di ogni cosa. La rabbia può estinguersi nell'Amore quando la sua onda è finita, mentre l'Amore non finisce mai, perchè non è mai iniziato, è sempre stato presente anche quando non ne eri consapevole. Spesso quando sorge rabbia pensiamo che se essa è presente non ci possa essere Amore.

Eppure non è così. A volte la rabbia sorge, ma non è riconsociuta in modo conscio e allora c'è identificazione con essa. Abbiamo delle ragioni per cui la rabbia è presente e in quelle ragioni e giustificazioni costruiamo una storia del perché siamo arrabbiati. Di fatto, quando la rabbia sorge lo fa è e basta simultaneamente con la circostanza del momento.

Se la soda caustica è attivata e brucia non pensiamo che sia arrabbiata, diciamo solo che è una reazione chimica. Lo stesso con la rabbia, solo che la prendiamo come personale perché invece che vedere che ne siamo sempre e solo i testimoni la consideriamo qualcosa che ci appartiene, qualcosa di nostro su cui magari dobbiamo lavorare per non farla accadere più. Tutto questo è un fraintendimento.

Puoi lavorare sulla rabbia tutta la vita pensando che sia tu e perderai solo tempo. Non è più tua di quanto lo siano le nuvole cariche di pioggia che passano nel cielo. L'idea che la rabbia sia tua è ciò che ti fa soffrire la rabbia, perchè di fatto quell'identificazione e le storie legate alla rabbia la rendono una sensazione spiacevole. Quando invece è solo sentita, senza rifiutarla essa è semplicemnete un'energia intensa che ti attraversa e quando è passata non lascia nessuno strascico. E' forza pura. Il condizionamento invece ci dice di non provare rabbia, come se fosse qualcosa di nostro. Quando allora la rabbia sorge sorge anche un rifiuto della rabbia che viene repressa. Nel reprimerla essa diventa aggressività che trabocca poi nella giornata verso persone e situazioni in modo compulsivo, reattivo. Quell'azione di rabbia che nasceva pura dal momento diventa allora una RE-azione, ovvero si riversa quando non è più possibile reprimerla. Se quella rabbia non ha il permesso di essere semplicemente sentita e accolta diventa veleno per la mente e per il corpo. Diventa un tossico che provoca malattie, sia mentali che fisiche. Osho aveva compreso tutto questo e attraverso le sue meditazioni come la dinamica permetteva a queste energie inconscie di salire in superficie perchè venissero espresse e poi semplicmente testimoniate.

Le persone che negli anni '70 e '80 venivano da lui dall'Occidente e erano fortemente represse e avevano bisogno di un modo di far salire tutta quell'aggressività, quella rabbia repressa. Adesso non viviamo più in una società così repressa come allora. Adesso viviamo in una società in cui tutti esprimono tutto con un battito di click su social network, in televisione, nei rapporti umani. L'espressione non è più un problema. Quello che non abbiamo ancora sviluppato - che era anche l'intento di Osho - è la meditazione. Lui la chiamava la psicologia del buddha. Se la rabbia ha il permesso di salire e non c'è identificazione con quella rabbia, allora sarà solo energia che sale e la sua espressione soesso non accadrà neppure, sarà sentita spesso solo come una energia intensa, non spiacevole nè irritante. E' il bloccare la rabbia che produce irritazione. Se non c'è identificazione con quella rabbia come se appartenesse ad un "me" allora quella rabbia sarà espressa in accordo alle circostanze ma non sarà violenta, non creerà separazione, ma sarà una espressione dell'Amore ovvero di ciò che non conosce separazione.

Quando sai cos'è Amore, ovvero ciò che non conosce separazione, qualunque cosa può venire su, persino la rabbia, ma l'Amore non viene mai meno. Non hai bisogno di essere sempre amorevole a volte c'è bisogno che rabbia venga su, ma se nasce dall'Amore creerà chiarezza in tutte le forme presenti e non lascerà nessuno strascico nè di rancore nè di biasimo dopo. Sarà vista come una azione che accade, ma non sarà violenta, sarà solo una forza intensa che passa attraverso la forma senza alimentare nè odio nè divisioni, anzi il contrario. Diventerà un temporale che si scarica rilasciando energia.

Alcune forme sono caratteristicamente più capaci di esprimere rabbia. Ecco che sono quelle che la Vita stessa sceglie per fare questo: come in un'orchestra il compositore usa certi strumenti e non altri per esprimere una melodia. Se non c'è identificazione con questa caratteristica allora non ci sarà storia nè sofferenza. Se la rabbia non è repressa non sarà aggressiva e probabilmente sorgerà anche di rado perchè sarà parte dell'accadere del momento e non trascinata per giorni o mesi o anni.

Non porterà via la tua pace. un abbraccio Shakti

venerdì 1 giugno 2012

La gabbia è aperta

"L’ambiente fisico, la condizione esterna si può toccare, c è… questa stretta casa e stanza c è, questa città disastrata c è, il dolore fisico… quindi magari cerco le porte della gabbia, ma sento certamente ancora una gabbia. Posso anche osservare la gabbia fisica esterna dalla coscienza, a volte riesco ad osservare la gabbia dei pensieri, ok, ma (ancora?) osservarle non le dissolve".
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Quando metti un uccellino in gabbia per tanti anni, anche se apri la porta resta spesso sul fondo della gabbietta. Non vuole uscire. Ha paura di quel cielo enorme, di quel blu infinito. E il povero uccellino sembra davvero costretto a restare lì prigioniero delle sue paure.

Ma la gabbia dei condizionamenti è SEMPRE aperta. Perché quel qualcuno attorno a cui si forma la struttura egoica non esiste.  In altre parole non c’è qualcuno che sia imprigionato, la gabbia è vuota e la porta quindi è sempre aperta.
Quando inizi a vedere che la tua vera natura è oltre il pensieri e le sensazioni, oltre la forma fisica inizi a toccare consciamente momenti in cui vedi che sei quel blu. Quel cielo infinito, aperto, senza confini è il luogo da cui stai osservando la tua gabbia di paure. Quando vedi che sei cielo la gabbia è solo una struttura che resta in piedi solo per l’idea che sia tua. E non è così. Quella gabbia fatta di idee e concetti è solo qualcosa che sembra appartenerti perché te ne senti al centro. Ma non c’è un “me” a cui essa appartenga, è solo una costruzione.

Se cerchi di osservare la gabbia per dissolverla lo fai perché pensi che sia tua. E nel pensarlo la mantieni, mantieni l’illusione di quell’immaginario uccellino imprigionato.  Potresti lavorare 40 anni sul tuo ego, se pensi che sia tuo non si dissolverà mai. Ma sparisce in un istante l’idea che quella costruzione mentale sia tua quando cogli che ne sei solo il testimone, non il padrone.

Se la gabbia non sembra mentale ma fisica la situazione non cambia di molto. Il mondo che appare attorno a te, in realtà appare IN te. Guarda bene. Il corpo appare nella stanza, in una città etc…. ma tu dove sei rispetto a queste cose? Sei nella stanza oppure sei qualcosa che sta osservando attraverso il corpo la stanza? Quell’apparizione e quelle condizioni fisiche sono solo il riflesso di qualcosa che accade nella tua stessa Coscienza. Non sai come e non importa che tu lo sappia, ma il sogno della Vita così come essa appare è il riflesso di quello che sei. Appare come riflesso della tua vera natura,  di come conosci te stesso o di come ignori chi sei.

Se vivi in modo inconscio il mondo attorno a te rifletterà questo perché NON è separato da te. Se vivi in modo conscio rispetto a chi sei chiunque o persino qualunque cosa tu incontri si rifletteranno in questa luce.
Non cercare di cambiare le tue condizioni esterne partendo dall’idea che tu sia al centro di esse. Se accade questo, e non puoi impedirlo se avviene, alla fine ti sentirai solo frustrato dell’inutilità di questi tentativi. Come recita il Tao Tse Ching “Il non-agire e il non-volere fanno cedere ogni porta. È attenendosi costantemente al non-agire che ci si assicura la sovranità. Non la si ottiene appena ci si dà all'agire”. La sovranità di cui parla è diventare consci del fatto che ciò che sogna il sogno della Vita non è quel personaggio che pensi di interpretare, ma  la Consapevolezza Vuota che testimonia l’intera scena.

Resta presente a quel senso di prigionia. In realtà quella sofferenza che senti è il rompersi dell’illusione, se essa non è contrastata attraverso strategie della mente (inclusi i tentativi dell’ego di manipolare osservando quello che accade) allora quell’illusione si scioglie da sola. Soffri proprio perché ti senti separato e questa sensazione è lo spezzarsi di quella illusione. Il fatto stesso che tu ne sia conscio è sufficiente, mentre quando cerchi di uscirne come se fosse qualcosa di tuo rafforzi il senso di separazione, e quindi l'ego.

Lascia che i pensieri siano tali e che la situazione si presenti come già è, se ti è possibile. Resta in ascolto, stai guardando tutto questo da un luogo dove sei GIA’ libero. Il riconoscimento di questo fatto è ciò che trasforma le cose, mentre l’idea che tu le debba risolvere è quello che le tiene in piedi.

Se puoi, resta in ascolto. Accade da sé un momento in cui diventi così curioso di questo ascoltare che la mente psicologica, l’ego, diventa così lontana e poco interessante che la noti appena. Non sai bene se c’è, né ti interessa. Ti stai godendo il blu del cielo.
Un bacione
Shakti

Oltre amore e odio, Io sono


" 'Non puoi fare nulla per evitare che Caino uccida Abele a meno che tu non veda che sei sia Caino che Abele'. Quello che non capisco è l'utilità di questa frase... anche quando sai che sei sia Caino che Abele... l'amore in tutto questo dov'è??... Anche quando so che io e te siamo la stessa persona... l'amore dov'è?...porta il secchio alla fonte e taglia la legna...".
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Ciao!

Dipende quello che intendi per amore. Di solito "amore" è una parola che usiamo per descrivere una emozione, o una passione, o una attrazione. L'Amore è tutt'altro. Amore comprende tutte queste cose, e anche tutti i loro opposti. Perché Amore è proprio vedere che l'altro non esiste... ma sei tu. Non significa essere "la stessa persona" perché non c'è una persona, e proprio questa realizzazione che non c'è una persona da nessuna parte E' Amore. Quindi per rispondere alla tua domanda, non "serve" a niente.

L'Amore non serve a nulla, ma quando lo perdiamo di vista c'è sofferenza. Perché quando lo perdiamo di vista frammentiamo  qualcosa che sostanzialmente è un Unico Essere in più parti. Ecco perché quando questo  accade ci sentiamo divisi, spezzati, e sentiamo che ci manca qualcosa. Quello che ci manca è il nostro vero Sé, noi stessi. Ci manchiamo e quindi sentiamo dolore e cominciamo a cercarci. A volte lo facciamo nell’altro, nel nostro compagno o compagna, a volte nella nostra guida o insegnante. Cerchiamo qualcosa che ponga fine a quel senso di incompletezza che è così doloroso. Ma se lo cerchiamo nell’altro perdiamo il punto. 

Potremmo continuare a farlo tutta la  vita, ma quel senso di incompletezza non finirà mai del tutto. Nessun amante, nessun compagno o compagna, nessun guru o insegnante potrà mai farti sentire amato o amata.  Mai del tutto. Però se vedi te stesso negli occhi del tuo amante, nello sguardo del tuo maestro, allora c’è amore. Quando vedi la tua ombra in chi odi, quando cogli la tua stessa rabbia in chi ti vuole fare del male allora sai cos’è Amore. Allora SEI Amore. 

Quando vedo che tu sei me, che tutto quello che amo o odio di te è me stesso, me stessa, non posso più avere paura. Se dico di “amarti” e vedo che tu sei me, non avrò paura che tu vada via perché so che con chiunque tu sia io sarò lì. Se dico di “amarti” non dovrò possederti ma ti lascerò libero o libera di essere tutto quello che sei perché saprò che in qualunque modo tu sia quello è come io stessa, io stesso sto apparendo. Saremo uniti in un luogo che è molto più profondo del corpo o della mente, ma nello stesso Essere. Questo Amore è del tutto impersonale e all’interno di esso si dispiega l’intera Vita con tutti i suoi colori, forme, i tuoi drammi e commedie.

Quando vedo che tu sei me,  se dico di “odiarti” quello che sto vedendo è riflesso allo specchio tutto quello che non mi piace di me stesso, di me stessa. Ogni cosa che penso che tu sia sarà solo un riflesso di una etichetta che sto mettendo su di me.

Solo quando vedo me stessa, me stesso in te  allora ti vedo davvero. Allora ti “amo” davvero. E allora potrebbero continuare a piacermi o meno alcune forme (magari per una questione di chimica oppure di caratteristiche diverse e incompatibili) ma nello sfondo ci sarà comunque Amore. Alcune forme potrebbero non andare d’accordo con questa forma, ma non si perderebbe di vista il fatto che tutto quello che accade è solo un unico movimento di un unico essere. Caino e Abele, l’abusatore e la vittima sono tutti e due me. E quando vedo che sono entrambi e non mi identifico con una parte allora c’è la possibilità che non spezzandomi più in due quella sofferenza non debba più manifestarsi nel gioco della Vita. O magari continua ad accadere ma ci sarebbe una profonda accettazione che tutto quello che accade è perfetto e necessario. 

Nel Bhavagad Gita Krisna dice ad Arjuna “ Colui che pensa di uccidere e colui che pensa di essere ucciso vivono entrambi in una illusione”. Quando pensi di  essere una parte e non l’altra sei in una illusione e soffri. Soffri quello spezzare un unico Essere in due.

Quando vedi te stesso nell’altro, sia nel bene che nel male, allora c’è SOLO Amore. E la Vita continua in modo del tutto ordinario. Come dici tu, spacchi la legna e porti l’acqua come recita il detto zen. Non è che improvvisamente ti metti ad abbracciare tutti quelli che incontri (a meno che questo non sia quello che ti va al momento  ). Non è che improvvisamente tutti ti piacciono. Alcune forme continuano a non piacerti e altre sì. Ma l’Amore non viene mai meno. Non c’è biasimo o senso di colpa, ma compassione. La Vita prosegue come prima con i suoi su e giù, con i suoi drammi e vicende ma da qualche parte sai che anche coloro che sembrano volerti fare del male sono te. Che coloro che sembrano volerti aiutare sono te.

Non ci sono più grazie personali allora, e neppure parole di biasimo. C’è una gratitudine per il fatto che tutto è perfetto così com’è ed è parte della danza della Vita.     
Caino uccide Abele ed entrambi sono te. Se quell’accadere ti dà sofferenza l’unico modo di evitarla è svegliarsi a questo fatto che essi sono riflessi della tua stessa Coscienza. Se questo avviene forse quello specchio si spezzerà e la vita potrebbe anche manifestarsi in modo diverso. Siamo tutti chiamati a questo in un certo senso. La Coscienza, la stessa, che vive attraverso queste forme sta attraversando un momento critico in cui il sogno del mondo sembra sull’orlo del collasso. Magari non tutti sono sensibili a questo perché troppo presi dalla loro vita “personale”. Ma la nostra vita “personale” non è disgiunta dalla nostra vita collettiva. Tutto è Uno.

A meno che questo messaggio non sia compreso, non a livello mentale, ma visto direttamente l’uomo potrebbe estinguersi come specie. Lo hanno detto molti in passato. Io non so se accadrà una fine del mondo, ma quello che è certo è che la fine del mondo succede quando il corpo muore. E un giorno sarà vero di te e di me in ogni caso. Potere vivere ogni istante consci di chi siamo davvero cambia profondamente la qualità della Vita, perché non c’è più ragione di avere paura. Ed è la paura che ci divide, è la paura che ci fa soffrire. Paura è senso di separazione.

Non posso avere paura di te se vedo che tu sei me.
Grazie della tua domanda. Un carissimo saluto
Shakti