venerdì 5 marzo 2010

Il senso della Vita

Una risposta alla domanda "a cosa serve il sogno della vita?"


Il sogno è la manifestazione della coscienza del Sognatore. Qundi non è l'espressione di qualcosa che si fa, ma di ciò che si é: il sogno della vita è l'espressione del nostro Essere, della nostra Coscienza.

La vita è l'espressione della Coscienza, così come un sogno la notte non è altro che un movimento della coscienza di colui che sogna. In altre parole la vita di per sè non è reale, ciò che è Realtà stessa è solo la Coscienza, mentre il sogno ne è solo l'illusorio movimento.

Se non esistesse la vita, o questo sogno che chiamiamo vita, resteremmo sempre in quello che possiamo chiamare uno stato di sonno profondo, di morte, di pura assenza ( il nostro vero soggetto). E' solo attraverso la vita che possiamo essere coscienti di noi stessi, essa serve a riflettere quel nulla in cui il qualcosa accade.

Se il nulla restasse solo nulla, sempre nella sua forma passiva ed inerte, non avrebbe infatti la possibilità di conoscersi e quindi di fare esperienza diretta di sè. Il qualcosa quindi accade nel nulla come movimento del nulla che vuole conoscere se stesso.

L'identificarsi con il sogno della vita e con quel personaggio immaginario che pensiamo di impersonare è un movimento fino ad ora inevitabile: alla nascita siamo Pura Consapevolezza, ancora innocente di sè. La vita accade e con le prime esperienze iniziamo a cadere attraverso il condizionamento nell'idea che siamo quelle esperienze.

Il corpo, ad esempio, è solo un'esperienza che non accade a nessuno. Esso è solo un movimento nella coscienza. La stessa cosa vale per la mente: essa è solo un'esperienza, osservata dalla Pura Consapevolezza.

Attraverso il condizionamento, che di per sè è solo un pensiero, cadiamo nell'illusione di essere un qualcuno e quindi nell'idea che siamo autori delle azioni, proprietari dei pensieri e delle emozioni. Cadendo nell'ipnosi perdiamo la connessione con la percezione innata di essere Uno con la Vita stessa.

Ecco che inizia la sofferenza e quindi la ricerca. La ricerca accadrà fino a che non sarà visto, dalla Consapevolezza stessa, che non vi è possibile risultato finale, nè nessun autore della ricerca. In altre parole, la ricerca termina perché si vede che non esiste un ricercatore.

Quindi il sogno accade apparentemente fino a quel momento in un certo senso per mostrarci chi siamo veramente, dopo il risveglio accade perché accade, ma non ha un motivo.

E' proprio nell'assenza di motivazioni che la Vita ha per accadere che ne possiamo cogliere l'infinita bellezza e compassione.

Pensa, la Vita avrebbe potuto anche non accadere... Essa è un dono meraviglioso in tutti i suoi aspetti, il dolore e il piacere, il buio e la luce, tutte incredibili esperienze, preziose e uniche che accadono senza nessun motivo.

La creazione è dunque solo il canto stesso del Creatore, una canzone d'Amore, delll'Amore per l'Amore.

Possa tu sempre essere in questa eterna gratitudine.

Shakti

2 commenti:

Massimo ha detto...

Terminata la ricerca resta la bellezza della vita. Ancora in me tanto stupore, se ricordo l'incredibile sofferenza nel mio recente passato.
E tu Shakti me l'avevi detto molto chiaramente, che ciò sarebbe accaduto.
Per me oggi il senso della vita è godermi momento per momento ogni cosa accade.
Sorge però un timore. Qual'è il senso della morte? Che peccato che questa splendida esperienza debba terminare!...

Shakti ha detto...

la vita, l'esperienza della vita, è una tua creazione...la bellezza che vedi nel mondo è solo una pallido riflesso della bellezza della consapevolezza stessa. ad una mente che ancora cerca soddisfazione nella mianfestazione l'idea della sua dissoluzione sembra terribile... in realtà è solo lasciando andare il mondo del tutto che torni a ciò che cerchi in esso, ovvero pace. La pace è ciò che guarda la manifestazione: ecco perchè amiamo tutti dormire profondamente la notte. Intuitivamente sappiamo che quella è la vera pace. La morte nn è dissimile dal sonno profondo solo che è un uno scivolare cosciamente nell'immanifesto.
Un bacione