domenica 20 settembre 2009

Cos'è la Verità? Intervista ad Avasa


Da l'intervista con Avasa per la casa editrice Laris che sta pubblicando una collana di Advaita Vedanta:


"Che cosa è la Verità? Molte persone sembrano dire di avere raggiunto la “verità”, ma spesso dicono cose molto differenti tra loro…esiste UNA verità?


Ciò che non cambia mai è Verità, tutto ciò che esiste è in stato di costante cambiamento, nulla è mai uguale due volte; ma ciò in cui tutto cambia è, in sé, immutabile. Ciò che è immutabile è Verità. L’esperienza umana è capace di conoscere l’esistenza del cambiamento perché quell’Uno, che fa esperienza della Vita attraverso e in quanto forma umana, è in sé immutabile, è l’Eterno stesso.

Non si può raggiungere la Verità si è già questa Verità, ciò che è immutabile, l’Eterno. La Verità, quindi, non è da un’altra parte, pronta ad essere raggiunta. Non è necessario un cambiamento nel tempo per vedere ciò che uno è sempre, si è già ciò che si andava cercando.

Quest’Uno che sta facendo esperienza di questa creazione chiamata Vita, che è la propria azione che si manifesta, è sempre lo stesso. Quest’Uno è immutabile e quindi è la Verità.


La mia mente parla continuamente, giudicando ogni cosa che accade, comparando e così via. Ho provato vari tipi di pratiche e meditazioni per fermare la mente, ma al di là di piccoli momenti di silenzio non sono riuscito a zittirla. Cosa posso fare? Nell’illuminazione la mente è sempre silenziosa?



Volere una mente silenziosa proviene dalla mente, dalla memoria; sorge dall’intuizione che il silenzio è ciò che ci è più naturale.

Sappiamo intuitivamente che il silenzio è presente, grazie alla nostra memoria di un tempo nell’infanzia in cui vedevamo il mondo attraverso occhi silenziosi senza giudizi, quindi senza la sensazione di essere separati da ciò che era visto. A volte non c’era un me e una cosa vista, solo l’Uno.

Questa memoria, che fa sorgere il desiderio di essere in silenzio, di essere silenzio stesso, proviene dal fatto che intuitivamente sappiamo che il silenzio è là dove la mente, nei nostri primi anni, si ritirava, dopo aver fatto il lavoro che era necessario al momento. Il silenzio è ciò che intuitivamente sappiamo di essere.

La mente è uno strumento della nostra vera natura, ma a causa del condizionamento è stata portata a credere di essere il maestro. Quando la mente riconosce di nuovo ciò che è precedente ad essa, allora diventa felicemente obbediente. Appare quindi solo quando le circostanze del momento richiedono che essa si attivi e poi, di nuovo, ritorna al silenzio inattivo che ne è la sorgente.

Tutte le meditazioni insegnate e quindi imparate, sono mente; sono basate sulla memoria, con l’intenzione da parte della mente di essere in controllo dello zittire quell’attività che è la mente. E’ per questa ragione che esse richiedono sforzo, che quindi porta l’attivazione deliberata della mente. La meditazione intenzionale, che è il desiderio di fermare l’attività della mente, viene dalla mente; proviene dalla non-accettazione di ciò che è.

Troppo focus sulla mente, come se essa fosse un problema, porta ad essere in difficoltà con quella attività che è conosciuta come mente.

La mente va a riposo quando è riconosciuto ciò che è precedente all’azione di ciò che chiamiamo mente.



Cos’ è l’accettazione?


Accettazione è arrendersi, una resa della mente che cerca di elaborare un modo di arrivare alla non mente.

Questo di certo non può essere compiuto dalla mente stessa, se è la mente che cerca di far arrendere la mente, questa ancora una volta sarà un’azione della mente. Quando l’accettazione accade è la mente ha visto i suoi limiti e riconosce questo come un fatto. Il limite è diverso per ciascuno di noi. A volte la resa accade improvvisamente, forse l’intuizione è più predominante; altre volte accade un po’ alla volta in un periodo più lungo, ma quando accade semplicemente accade, non è qualcosa che uno può fare e nessuno la può pianificare preparandosi prima.

Se è un qualcuno che si arrende, allora c’è con il desiderio di avere un risultato, il che chiaramente è un contrattare non è arrendersi. Quando c’è resa, non c’è nessuno che la fa: è una azione della coscienza.


Avasa".